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Tuesday, January 21, 2014

LE CORONE



LE CORONE | SS 2014
Dopo il clamoroso successo della collezione Solitario Classic, Il noto marchio di gioielli marchigiano propone per la prossima stagione 3 nuovi inediti modelli realizzati dalla designer Lorenza Barboni.
La prima di queste 3 novità è un altro classico della gioielleria, Il Solitario di Perla, che rivisitato in stile Le Corone diventa Le Corone di Perle: il cestino a forma di corona ad otto punte su gambo in silicone regolabile, ospita una perla da 10 mm in 5 diverse varianti colore. Si va dal classico ed intramontabile bianco neve al grigio ghiaccio, passando per il marrone cioccolato fino al più romantico rosa tramonto e all’accattivante nero notte, mentre la corona è proposta in 2 diverse varianti, oro rosa e bianco.

La seconda novità è Intrigo, un anello composto da due solitari che fanno da cornice ad una fedina, uniti da tre fascette in silicone, materiale che caratterizza da sempre i gioielli firmati Le Corone, rendendoli, grazie alla messa a misura su taglio, adattabili a tutte le donne. Intrigo sarà disponibile in 10 diverse varianti colore di pietre, che vanno dal bianco al nero, passando per il verde, il lilla ed il rosso.

Infine abbiamo For Ever, modello pensato per un pubblico più giovane ma non solo, che consiste in una fedina a mezzo giro in argento placcato oro con incastonati 11 luccicanti zirconi. Anche questo modello sarà disponibile in 10 varianti colore con gambo in silicone regolabile.




Per maggiori informazioni: www.le-corone.it
 
 

 

Tuesday, December 17, 2013

ALEXANDRA HOUSE A HONG KONG

PRADA RINNOVA IL NEGOZIO
DI ALEXANDRA HOUSE A HONG KONG


Milano, 17 dicembre 2013 – Prada rinnova l’immagine del negozio all’interno del prestigioso edificio ‘Alexandra House’ in Landmark Central, Hong Kong. Progettato dall’architetto Roberto Baciocchi, lo spazio occupa una superficie totale di 920 metri quadrati su due livelli e ospita la collezione femminile al piano terra e la collezione maschile al primo piano. La facciata esterna è caratterizzata da un basamento in marmo nero sovrastato da una struttura di lame elicoidali in metallo con diverse tonalità di colore che creano un sorprendente effetto cinetico agli occhi dello spettatore, sia diurno sia notturno grazie alla retroilluminazione. Il ritmo del fronte esterno, scandito dalle ampie vetrine, è interrotto da una vetrata a doppia altezza che svela l’area espositiva al secondo piano e sottolinea l’ingresso. Il primo ambiente, dedicato alla pelletteria e alle calzature femminili, è caratterizzato dal tipico pavimento a scacchi in marmo bianco e nero, eredità storica del marchio Prada, esaltato da giochi di illusioni optical. Le linee prospettiche che si generano da questo disegno sottolineano i punti focali dell'esposizione al centro dello spazio e rendono speciali gli ambienti più raccolti. Pareti in tela verde fanno da fondale a preziosi mobili in acciaio lucido con base in marmo nero Marquina. Una scala in marmo nero, che conduce al primo piano, dedicato alla collezione maschile, si pone al centro dello spazio con il suo doppio volume. L’area attigua, dedicata agli accessori, è delineata da pareti in marmo nero Marquina dai tagli orizzontali che contrastano con i colori accesi del saffiano - rosso, verde e blu – dei banchi espositivi. Completano l’arredo, i divani ‘Clover Leaf’ in velluto verde, progettati da Verner Panton e riprodotti in esclusiva per Prada. Percorrendo l'ambiente, si scorge un'area più intima e dalle forme morbide, dedicate all'abbigliamento donna. L'esperienza privata del camerino si estende all’intero ambiente: la tenda in tela verde avvolge tutto il perimetro dello spazio. In contrasto, gli espositori in lame di perspex, i lucernari trasparenti, i tavoli in perspex e acciao dalle originali simmetrie e i divani in velluto verde, completano l’arredo. Qui si trova un’area dedicata alle ospiti più speciali di Prada. Al piano superiore l’atmosfera assume un’identità più sartoriale. Lo spazio, riservato alla collezione uomo, presenta un’area dedicata al servizio Made To Measure. La grande vetrata con vista sull’esterno impreziosisce lo spazio connotato da materiali e finiture maschili: il pavimento a doghe e le pareti in legno di ebano, i tappeti color testa di moro e i divani in pelle di struzzo color ruggine. Completano l’arredo i mobili a parete in metallo palladio e i banchi espositivi con cassetti rivestiti in saffiano colorato.

 
Per ulteriori informazioni:










Wednesday, April 3, 2013

Progetto Prada Arte

“When Attitudes Become Form: Bern 1969/Venice 2013”
 
Ca’ Corner della Regina, Venezia
1 giugno – 24 novembre 2013
 
 
La Fondazione Prada presenta dal 1 giugno al 24 novembre 2013 a Ca’ Corner della Regina a Venezia la mostra “When Attitudes Become Form: Bern 1969/Venice 2013”, a cura di Germano Celant in dialogo con Thomas Demand e Rem Koolhaas. Il progetto ricostruisce, in un inedito e sorprendente rifacimento, “Live in Your Head. When Attitudes Become Form”, una mostra ideata e realizzata da Harald Szeemann alla Kunsthalle di Berna nel 1969 e passata alla storia per il radicale approccio del curatore alla pratica espositiva, concepita come medium linguistico.
Riproporre oggi in modo letterale una mostra del 1969, mantenendo le originarie relazioni e connessioni visuali e formali tra le opere, ha posto una serie di interrogativi sulla problematicità e sul significato stesso di un progetto che si è sviluppato attraverso una profonda discussione sotto diverse prospettive: artistica, architettonica e curatoriale.
Sottolineando ed evidenziando il passaggio tra passato e presente di cui è importante conservare la complessa identità, si è deciso di innestare la mostra – nella sua totalità di muri, pavimenti e relative installazioni e oggetti d’arte – nella storica struttura architettonica e negli ambienti di Ca’ Corner della Regina, arrivando a inserire in scala 1:1 le stanze moderne della Kunsthalle, delimitate da superfici parietali bianche, negli antichi saloni affrescati del palazzo veneziano.
Si tratta di fatto di un esercizio di doppia occupazione: così come la Kunsthalle fu occupata da una giovane generazione di artisti rivoluzionari nel 1969, con lo stesso spirito le sale riccamente decorate di Ca’ Corner della Regina sono a loro volta invase dalle stanze novecentesche della Kunsthalle. Il risultato è una sovrapposizione tanto letterale quanto radicale di spazi, che genera relazioni nuove e inaspettate tra le opere stesse e tra le opere e lo spazio.
L’intento di questa operazione è ridare vita al processo espositivo con cui “When Attitudes Become Form” venne realizzata, così da evitare la mediazione dei documenti fotografici e filmici, e poterlo esperire e analizzare “dal vero”, esattamente com’era, seppur trasportato dall’ieri all’oggi. Un progetto di ripensamento che implica la consapevolezza che il linguaggio allestitivo e le relazioni tra le opere messe in mostra da un curatore sono diventati parte fondante e fruibile della storia dell’arte moderna e contemporanea.
 
Sul piano del contenuto dei lavori d’arte e sulle reciproche connessioni “When Attitudes Become Form: Bern 1969/ Venice 2013” riunirà - dopo un’approfondita ricerca, compiuta a stretto contatto con gli artisti, i loro eredi e le loro fondazioni, e in collaborazione con Glenn Phillips, curatore del Getty Research Institute di Los Angeles (GRI) che ospita l’archivio e la biblioteca di Harald Szeemann - le opere originali e presenti a Berna, quelle ritrovate e provenienti da importanti collezioni private e musei internazionali, nonché interventi site-specific, “re-enacted"
direttamente o in collaborazione con gli artisti oltre a una selezione di fotografie, video, libri, lettere, oggetti effimeri e altri materiali originali relativi alla mostra del 1969 e al suo fondamentale contesto. La mostra includerà anche materiali inediti provenienti dall’archivio di Szeemann e messi gentilmente a disposizione dal Getty Research Institute che sta realizzando la catalogazione di questa vasta collezione.
Lo scopo è di riproporre, con la stessa intensità ed energia, le ricerche post-pop e post-minimaliste che andavano dalla Process Art alla Conceptual Art, dall’Arte Povera alla Land Art, sviluppatesi a livello internazionale alla metà degli anni Sessanta, evidenziando al tempo stesso il contributo di Szeemann, capace di pensiero oltre i limiti delle etichette critiche e dei vincoli teorici del suo tempo. In particolare la messa in luce di un procedere fluido e mutevole dell’arte, destinato a esplorare gli orizzonti fisici e concettuali del linguaggio visuale, materiale ed immateriale, posti in un territorio multiforme e in continuo mutamento, al di là della dimensione compiuta e immutabile dell’oggetto artistico. La mostra, caratterizzata da un nuovo approccio dove tutto era lasciato al processo liberatorio del fare, senza limiti, difese, piedistalli e costrizioni perimetrali, divenne un campo d’incontro dialettico tra artista e curatore, tra eventi e architettura: un luogo dove le opere realizzate s’intrecciavano tra loro, come in una sorta di trama organica in continua evoluzione.
Tra gli artisti presentati alla mostra figuravano, per citarne alcuni, Carl Andre, Giovanni Anselmo, Richard Artschwager, Joseph Beuys, Alighiero Boetti, Hanne Darboven, Walter De Maria, Jan Dibbets, Michael Heizer, Eva Hesse, Jannis Kounellis, Sol LeWitt, Richard Long, Mario Merz, Robert Morris, Bruce Nauman, Claes Oldenburg, Robert Ryman, Sarkis, Richard Serra, Keith Sonnier, Lawrence Weiner e Gilberto Zorio.
In occasione di “When Attitudes Become Form: Bern 1969/Venice 2013” sarà pubblicato un volume scientifico che comprenderà l’antologia completa delle immagini, moltissime delle quali inedite, scattate dai fotografi presenti a Berna oltre al contributo di storici, teorici, curatori e critici di fama internazionale (Pierre Bal Blanc, Claire Bishop, Benjamin Buchloh, Charles Esche, Boris Groys, Jens Hoffmann, Chus Martínez, Glenn Phillips, Christian Rattemeyer, Dieter Roelstrate, Anne Rorimer, Terry Smith, Mary Anne Staniszewski, Francesco Stocchi, Jan Verwoert) con l’intenzione di offrire uno strumento editoriale completo e multiforme tanto sui temi della ricostruzione e del "re-enacting” di oggetti, ambienti e mostre, quanto sulla pratica legata alla creatività, alla logica e al fare del curatore.


 
www.fondazioneprada.org