Prada Resort 2016 Advertising Campaign
Steven Meisel captures a series of informal portraits for Prada’s Resort 2016
advertising campaign. Pop decorativism is subverted by industrial minimalism, as his
muses lock us in an authoritative gaze.
Lexi Boling, Meghan Collison, Ina Jensen, Lineisy Montero, Julia Nobis and Greta
Varlese are bad girls turned good, or good girls turned bad, exuding a kind of
unhinged innocence. The cool knowingness of their gaze is offset by expressive body
language, hands on hips or folded across the body, arms swinging as if in dance.
The concept of post-modesty and luxury are investigated in a dialogue of contrasts and
dichotomies. High impact pieces, with soft silhouettes, are based on the simple T-shirt.
Paillette-covered coats, leather shifts and skin-tight printed sweaters are layered over
extra-long striped sleeves. Multi-coloured bags in printed or perforated leathers and
bold, oversize earrings are all part of the story. Decorativism, through the serial
repetition of symbols recalls the concept of post-pop art. Simplicity becomes
uniqueness.
An anonymous silver backdrop suggesting a post-industrial landscape jars with this
sensual overload, suggesting the collection’s recurring rabbit motif is perhaps not as
naive as it seems. Shadow falls across the images, reminding us darkness and light
often come entwined. The gaze of the muses is both complex and seductive, warning
anyone following them down this particular rabbit hole to expect the unexpected.
Campagna pubblicitaria Prada Resort 2016
Per la campagna pubblicitaria Prada Resort 2016, Steven Meisel realizza una serie di
ritratti informali in cui il decorativismo pop viene sovvertito dal minimalismo
industriale e le modelle ci osservano con intensità.
Lexi Boling, Meghan Collison, Ina Jensen, Lineisy Montero, Julia Nobis e Greta
Varlese emanano una sorta di innocenza eccentrica. La consapevolezza distaccata del
loro sguardo è controbilanciata dal linguaggio del corpo: mani sui fianchi o incrociate
e braccia che oscillano come in una danza.
Il concetto di post-modestia e quello di lusso sono indagati in un dialogo fatto di
contrasti e dicotomie. Ne risultano abiti di forte impatto, dalle silhouette morbide e
semplici, costruiti a partire dalle forme essenziali di una T-shirt.
Soprabiti ricoperti di paillettes, tubini in pelle, aderenti maglioni stampati sono
indossati su maglie con lunghissime maniche a righe. Le borse multicolori in pelle
stampata o traforata e gli orecchini oversize sono parte integrante della storia. Il
decorativismo, attraverso la ripetizione in serie di simboli, rievoca il concetto di postpop
art. La semplicità diventa unicità.
L'anonimo sfondo richiama un paesaggio post industriale e quasi stride con la carica
sensuale, lasciando intendere che il motivo del coniglio ricorrente nella collezione non
è così ingenuo come sembra. C'è un'ombra che attraversa le immagini, ricordandoci
che luce e oscurità sono spesso intrecciate tra loro. Lo sguardo delle modelle è allusivo
e seducente allo stesso tempo e suggerisce a chiunque decida di seguirle di aspettarsi
l'inaspettato.
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